giovedì 15 marzo 2012

Il cinema che insegna a riflettere

La Classe 3^B di Roverino incontra Andrea Salvaggio, scenografo del film "La siciliana ribelle".
"Sono venuta qui per avere vendetta, adesso chiedo giustizia. Ho capito che non è la stessa cosa."
Fotogramma dal film "La Siciliana ribelle" di Marco Amenta. 

Roverino, 15 marzo 2012
Sì è svolto oggi, nell'aula multimediale della scuola media di Roverino, l'incontro tra il professor Andrea Salvaggio, scenografo del film "La Siciliana ribelle", e gli alunni della classe 3^B.
L'iniziativa, che si colloca nell'ambito di un percorso didattico sui temi della legalità e della convivenza civile, giunge in seguito alla visione della pellicola diretta nel 2009 da Marco Amenta, regista che ha saputo tradurre in immagini e suoni la sofferta vicenda biografica di Rita Atria, diciassettenne siciliana che seppe ribellarsi al pesante clima di omertà e di intimidazioni mafiose che distrussero la sua famiglia. Il professor Salvaggio, nato e cresciuto a Palermo e da poco residente a Ventimiglia, dopo aver illustrato ai ragazzi alcuni retroscena della lavorazione cinematografica, ha parlato delle "donne di mafia" e dell'importanza di sentirsi "liberi da condizionamenti e prepotenze". Ecco qui di seguito alcune riflessioni dei ragazzi, vergate a caldo al termine dell'incontro.
Un momento dell'incontro nell'aula multimediale del plesso di Roverino.
Nella vita niente è casuale.
Cose che per noi sono scontate per altri non le sono.
Nella vita il silenzio delle persone è sintomo di paura, paura del mistero, dell’incognito, paura di interrompere un silenzio con cui ormai da anni le persone convivono, ma Rita Atria questa paura non la possedeva, perché era una ribelle; LA siciliana ribelle. Aveva scelto di non restare in silenzio; lei voleva distruggere il silenzio.
La sua storia, e il suo coraggio, nel rivelare i segreti e i tabù del suo paese, della sua famiglia, e della grande famiglia di cui faceva parte, sono contenuti nel film di cui Andrea Salvaggio è lo scenografo e che noi, solo oggi abbiamo conosciuto.
Incontrando Andrea abbiamo avuto la possibilità di approfondire un argomento di cui normalmente non ci preoccupiamo: gli uomini e le donne di “Cosa Nostra” e il loro mondo.
Vivere il giorno della prima Comunione, che dovrebbe essere uno dei momenti più belli della tua vita, come uno dei momenti peggiori, non è certo una cosa da niente. In questo giorno Rita perde sfortunatamente il padre, e comincia a provare un odio profondo verso la famiglia che sempre aveva amato, di cui sempre si era fidata e dalla quale, era stata tradita.
Da questo momento della sua vita, decide di collaborare al fine di vendicarsi della morte del padre, e in seguito, con la morte del fratello, chiede aiuto al famoso giudice Borsellino, il quale la accoglie come figlia e la aiuta a cambiare identità.
Purtroppo la sua nuova vita durerà poco tempo, perché con l’omicidio di Borsellino lei si chiuderà in se stessa, e la sera del 26 luglio 1992 si suiciderà buttandosi giù da un balcone.
Secondo noi la sua storia non va dimenticata, e proprio come dice lei la MAFIA, o “Cosa Nostra” è dentro NOI stessi e solo NOI possiamo farla scomparire.

Laura Simoni & Marta Mirto
3^B  Roverino

Contributi didattici:
prof.ssa Annunziata Venturelli (Religione)
prof. Marco Nicola Serraino (Sostegno)
prof. Enzo Iorio (Italiano/Cittadinanza e Costituzione)
 
Il prof. Andrea Salvaggio

Per approfondire:



Nessun commento:

Posta un commento

Puoi scrivere tutto quello che ti passa per la mente, ma usa un linguaggio corretto e non offendere nessuno.
Se non possiedi un profilo, puoi anche inviare un messaggio come "Anonimo", ma firma sempre col tuo nome.

I commenti inadeguati non saranno pubblicati, ma stai attento: il sistema registra SEMPRE il tuo indirizzo IP, perciò sei sempre riconoscibile!

Articoli a caso...

Cerca in "Biancheri News"