Video a cura del prof. Dino Palmero
Racconto della cena ebraica
Il 26 marzo è stato un giorno molto bello per noi ragazzi della I A di Roverino, perché ci siamo preparati per il momento più importante per gli Ebrei: la cena pasquale.
La professoressa Stancati ci ha divisi in quattro gruppi da sei e ci siamo adoperati per preparare alcuni piatti tradizionali: il pane azzimo e tre tipi diversi di charoset, dolci a base di frutta fresca, frutta secca, spezie e vino. Noi abbiamo deciso di preparare le diverse varianti sia per curiosità, sia perché una di queste non prevedeva l’alcool, così anche i compagni di religione musulmana avrebbero potuto assaggiare senza problemi.
Il giorno seguente la professoressa Stancati con l’aiuto di Alessandro e Omayema ha apparecchiato una lunga tavola in mensa, mettendo a capotavola un piatto e un calice di legno, perché è usanza per gli Ebrei preparare un posto in più per l’arrivo del profeta Elia. In ogni piatto erano presenti tre pezzetti di pane azzimo ed un uovo sodo, che ciascuno di noi aveva portato da casa.
Alla seconda ora, durante la nostra lezione di Religione, dopo esserci preparati a questo evento, ci siamo recati in mensa per la celebrazione. Quando eravamo tutti seduti, la prof.ssa Venturelli ha distribuito un foglio sul quale venivano spiegati tutti i passaggi da svolgere per eseguire correttamente i riti della cena ebraica.
Sul tavolo, oltre alle pietanze da noi preparate, erano presenti anche le erbe amare (sedano), acqua e aceto. Ciascuno di questi cibi ha un significato: lo charoset ricorda i mattoni impastati con argilla e paglia, preparati dagli Ebrei quando erano in Egitto; le erbe amare, la sofferenza della schiavitù; il pane azzimo, il fatto che non avevano avuto tempo di farlo lievitare, a causa della fuga.
A un certo punto il più giovane di noi, Badr, si è alzato in piedi e ha formulato una domanda, che tutt’ora viene ripetuta in occasione della cena ebraica: “Perché questa sera facciamo questo?”; la professoressa Venturelli ha risposto “Facciamo questo in ricordo della Pasqua ebraica”. Poi abbiamo preso i pezzetti di pane e li abbiamo disposti uno sull’altro; la professoressa ci ha detto di prendere quello centrale e di spezzarlo: una parte l’abbiamo messa sotto il piatto, l’altra l’abbiamo mangiata.
Dopo aver letto alcuni passaggi, Adriano ha aperto la porta per far entrare il profeta Elia; la professoressa ha letto ancora alcune frasi di rito ed è stato distribuito il sedano con l’aceto, che abbiamo mangiato insieme allo charoset, gustando, nello stesso tempo, sapori dolci e amari. Infine, abbiamo consumato liberamente tutto il resto del cibo.
Al termine di questa cerimonia abbiamo cantato tutti insieme “Alla fiera dell’Est”, che è un canto tradizionale ebraico.
Queste giornate sono state per noi molto belle, emozionanti ed istruttive, perché abbiamo lavorato insieme come una vera “squadra”, abbiamo ottenuto un buon risultato e abbiamo imparato le usanze di un’altra cultura.
Questa esperienza la ricorderemo per sempre!
Gli alunni della I A di Roverino
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